Qui si conserva uno dei calici considerati “Sicuro Santo Graal”, vediamo da fuori la vicina torre campanaria El Miguelete (Foto 2), il mercato (Foto 3, 4), che malgrado sia in restauro appare magnifico, e non solo nell’offerta di merci, ormai mediterranee. Di fronte c’è la Lonja de la Seda (Bene UNESCO) (Foto 5), antica borsa della seta, anch’esso in restauro.
Siamo nell’antica Valencia che merita quello che a noi piace tanto fare, una camminata a zonzo.
Dobbiamo purtroppo, per mancanza di tempo, trascurare tutta la parte nuova ed avveniristica. Come consigliatoci, raggiungiamo a Benisanò il Ristorante Levante ove abbiamo mangiato un’ottima paella al pollo e degli squisiti antipasti, con un onesto vino, assistiti dal nipote del titolare, giovane ingegnere, con studi fatti anche a Pisa, di nome Raphael Vidal. Pare che il re, quando ha voglia di una buona paella, venga qui. Il fatto di essere re non credo garantisca che sia un buongustaio, ma a noi è sembrata buona ed il prezzo ci è apparso onesto (ho perso la ricevuta e me ne dispiace ma abbiamo speso meno di 20,00€ a testa). Facciamo 20,00€ di gasolio a 0,957.
Partiamo subito per quella che sarà l’ultima tappa in Spagna, Barcellona. Percorriamo la statale N340, che all’altezza di Oropesa ci fa rivedere il Mediterraneo. Dopo 52 giorni siamo in crisi di astinenza; capiteci siamo nati e cresciuti a Taranto, sullo Jonio e ora, solo da qualche mese abitiamo a Bari, sull’Adriatico; abbiamo sempre abitato in case da cui si vedeva il mare o che ne distavamo massimo 10 minuti a piedi.
Dormiamo in una stazione di servizio dopo aver fatto 10,00€ di gasolio a 0,999.
Foto 1 // Foto 2
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